Stress da post-esorcismo / 11 Novembre 2016 in Ava's Possessions

Sgangherato in alcuni passaggi narrativi, il film di tale Jordan Galland è un curioso pastiche horror che mescola i cliché del genere con i toni della commedia: il risultato è un prodotto di intrattenimento sufficientemente godibile che incuriosisce più che altro per via delle sue premesse.
A differenza di questa pellicola, infatti, i film sulle possessioni demoniache, non sembrano mai interessati ad affrontare il post-esorcismo: eppure, si tratta di un problema da non sottovalutare, tanto che è necessaria l’assistenza da parte di un gruppo di recupero in stile Alcolisti Anonimi. Cosa succede alla vittima di una possessione, una volta che il demone di turno l’ha abbandonata? Gli amici la evitano, non riesce più ad avere un appuntamento con qualcuno, il lavoro va a rotoli, gli orsacchiotti le parlano. Brutta storia.

Ho trovato estremamente curioso il fatto che, dal punto di vista estetico, la fotografia (di un certo Adrian Correia, uno che mi pare capace) e l’uso delle luci e dei cromatismi (nonché una certa attenzione all’abbigliamento particolarmente “modaiolo” dei personaggi femminili) ricordi -con le dovute differenze- Neon Demon di Refn: la curiosità sta nel fatto che i due film sono usciti a distanza di un anno l’uno dall’altro. Senza voler insinuare alcun debito formale dell’uno nei confronti dell’altro, mi sembra interessante notare come gli effetti cromatici “alla Bava” siano diventati tratto ricorrente in un certo tipo di cinematografia di genere.

Curiosità: colonna sonora originale firmata da Sean Lennon, figlio di John.

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