Arancia meccanica

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Arancia meccanica

Film tratto dall'omonimo romanzo di Anthony Burgess. In un futuro prossimo, ma non meglio definito, Alex DeLarge è un delinquente antisociale a capo della banda dei Drughi, 4 ragazzi che si dedicano a sesso, furti e ultraviolenza. Dopo l'ennesimo reato, viene incarcerato e, durante la detenzione, viene a conoscenza dell'iniziativa del nuovo Governo in carica, che promette la scarcerazione immediata a patto che i delinquenti si sottopongano ad un innovativo programma di rieducazione, il trattamento Ludovico.
mat91 ha scritto questa trama

Titolo Originale: A Clockwork Orange
Attori principali: Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Carl Duering, Warren Clarke, James Marcus, Michael Tarn, Miriam Karlin, Adrienne Corri, Sheila Raynor, Philip Stone, Aubrey Morris, Clive Francis, John Clive, Paul Farrell, Michael Gover, Godfrey Quigley, Madge Ryan, Anthony Sharp, Pauline Taylor, Margaret Tyzack, Steven Berkoff, Lindsay Campbell, David Prowse, Barrie Cookson, Jan Adair, Gaye Brown, Peter Burton, John J. Carney, Alec Wallis, John Savident, Vivienne Chandler, Richard Connaught, Prudence Drage, Carol Drinkwater, Lee Fox, Cheryl Grunwald, Gillian Hills, Craig Hunter, Shirley Jaffe, Virginia Wetherell, Neil Wilson, Katya Wyeth, Jack Arrow, Shane Shelton, Mostra tutti

Regia: Stanley Kubrick
Sceneggiatura/Autore: Stanley Kubrick
Colonna sonora: Wendy Carlos
Fotografia: John Alcott
Costumi: Milena Canonero
Produttore: Stanley Kubrick, Si Litvinoff, Max L. Raab
Produzione: Gran Bretagna, Usa
Genere: Drammatico, Poliziesco
Durata: 137 minuti

Dove vedere in streaming Arancia meccanica

Immancabile / 14 Agosto 2019 in Arancia meccanica

Kubrick non delude mai. Un mix ben assemblato tra arte, musica e “ultraviolenza” che trasporta lo spettatore dall’inizio alla fine. Critico sul mondo circostante a 360°, uno di quei film che andrebbero visti almeno una volta nella vita.

Non servono recensioni! / 1 Dicembre 2018 in Arancia meccanica

Un film che non ha bisogno di presentazioni.
Arte, cinema, musica e violenza tutte condite da in linguaggio quasi comico, sullo sfondo di arredamenti anni 50, colori sgargianti, slow motion e time lapse, tanto da crearne un capolavoro!
8,5.

Una pietra miliare della storia del cinema. / 10 Aprile 2018 in Arancia meccanica

Parlare di questo film è molto ma molto difficile, dopo la visione è impossibile non rimanere scioccati e non stare lì a farsi domande sulla natura dell’uomo e della società.
“Il pensare è per gli stupidi, mentre i cervelluti si affidano all’ispirazione”, questa frase riassume un pò parte dell’immenso contenuto poetico di questo film.
Il maestro Kubrick si è spinto oltre il suo solito(e magistrale) modo di fare cinema, dando vita a un opera futuristica in cui i giovani vogliono crescere in fretta e i vecchi hanno una tendenza verso il passato, a farsi prendere dalla nostalgia piuttosto che guardare al presente.
Inutile dire che il maestro si espose a rischi elevati nel girare una pellicola che ha subito un vero massacro da parte della critica e a censure da parte dei soliti perbenisti.
Cosa rende Arancia meccanica così unico, coì maledetto, così speciale, così mitico a quasi cinquant’anni dalla sua uscita nelle sale?
Probabilmente al fatto che in centotrenta minuti si riesca a concentrare una veemente critica nei confronti dell’intero pianeta Terra, il governo che trova nella scienza la chiave per guadagnare consensi e al tempo stesso sbarazzarsi dei criminali, i genitori che non riescono a impartire una giusta educazione ai figli, i ragazzi che alla fine sono quelli che subiscono di più gli effetti di questa società violenta e spietata.
Siamo tutti delle arance meccaniche, in balia di una società che non ci tutela.
Ovviamente tanti applausi vanno fatti alla bravura di Kubrick che fu quasi maniacale nel girare questo film come testimoniò il protagonista, il bravissimo MacDowell.
Geniale la colonna sonora e l’uso della musica orchestrale mixata che da un tocco di eleganza alle scene più brutali.
Una pietra miliare della storia mondiale che ogni appassionato di cinema dovrebbe vedere almeno una volta nella sua vita.
Consiglio anche la lettura del romanzo di Burgess.

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Capolavoro / 16 Ottobre 2015 in Arancia meccanica

Guardando questo film mi sono ritrovato una sensazione stranissima inattesa da me, ma attesa dal tempo.. mi sono veramente sentito male.. mi ha comunque toccato dato che mi ha ricordato la mia vita in un periodo ( e questo non lo spoilerò, la mia vita è un film per pochi 🙂 ahah) , capolavoro, superbo

La grande farsa / 25 Settembre 2015 in Arancia meccanica

La Funeral March of Queen Mary di Purcell – brutalizzata dal sintetizzatore di W. Carlos – ci introduce al mondo di questo grottesco principe degli eccessi che è Alex De Large, sguardo da Peter Pan drogato, insaziabile esploratore delle “piacevoli vibrazioni trasmesse al basso intestino”.
Sarò onesto, questo film l’ho sempre evitato per pregiudizio. Ritengo la violenza un semplice ingrediente cinematografico, e quando essa diventa fulcro di un film mi provoca nausea, come se avessi fatto la “cura Ludovico”. Odio i film che la celebrano e la mitizzano, odio il culto dei revenge-movie, sono dannosi non perchè svegliano il serial-killer che è in noi, ma semplicemente perchè riducono la cultura cinematografica a uno stato larvale, uno stupido esercizio viscerale.
Ebbene qui mi sbagliavo, questo film non è ascrivibile alla categoria dei film “disturbanti”. Arancia Meccanica è una eccentrica grande farsa, tutto è parodistico e teatrale (vedasi le movenze da commedia buffonesca di vittima e teppisti nel tentativo di stupro, proprio su un palco teatrale). Arancia meccanica cerca lo choc culturale ma non si pone come obiettivo una subdola manovra di invasione psicologica nello spettatore. I drughi sono clown, si muovono come burattini e i loro ghigni sono maschere.
Credo che il metro per giudicare questo film non debba essere per forza di cose l’efferatezza dell’ultra-violenza. Infatti fuori da questo concetto, e liberandosi altresì dalla sindrome di religiosa devozione che emana ovunque il solo nome di Kubrick, si possono riconoscere serenamente parecchi limiti.
La sceneggiatura, ad esempio. Tu puoi chiedermi di credere a un mondo distopico, puoi chiedermi di credere a una invasione aliena o a una apocalisse zombie. Ma come il vecchio Hitchcock insegna, non puoi chiedermi di credere a una triplice sequenza di coincidenze; non regge la scusa della “rappresentazione”, Alex De Large scarcerato non può – non dovrebbe – incontrare per caso nel giro di un quarto d’ora tutte le sue vittime. Non regge neanche la scusa della fedeltà al “soggetto”; Kubrick non mi sembra peraltro uno che si ingessa davanti al perimetro di una storia.
O la musica. Dunque a De Large piace Beethoven: perchè? Non è dato sapere, è così e basta. Con questo principio, la colonna sonora propone Purcell, Rossini e Beethoven “così e basta”. C’è sicuramente una forza evocativa nel sottolineare una aggressione con le note della nona sinfonia, ma questa forza evocativa viene depotenziata se la musica non si limita a incorniciare una sequenza, ma è continua, persistente, quasi come una radio lasciata accesa mentre cerchi di guardare un film.
Stracciatevi pure le vesti, ma secondo me non si tratta di un grande film. Non regge il paragone nè con 2001 nè tantomento con il dottor Stranamore. Malcolm McDowell mi sembra un’angelo caduto, un corpo votato all’esposizione, non ho capito bene perchè ma non è tanto il suo personaggio a suscitarmi uno strano senso di pena, quanto lui come uomo e come attore.

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