13 Gennaio 2014 in 2 giorni a New York

Nel rimarcare le difformità di pensiero e cultura, quell’“odi et amo” necessario e imprescindibile nell’ambito delle relazioni, la narrazione fa una grande fatica, appesantendo la pellicola di punti morti che strappano subito lo sbadiglio da “già visto, già sentito”. Alla fine, sono pochi gli elementi che salvano questi “2 giorni a New York” dal completo sfacelo: delle interpretazioni passabili, una fotografia e un montaggio ben eseguiti, una colonna sonora che si addice al contesto e alla tipologia del soggetto.

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